lunedì 28 luglio 2008

LIBRI COME RADICI, LIBRI COME VIAGGI


A volte la domanda te la fanno. A volte pensi che vorrebbero fartela. Quindi mi dò subito una risposta. Che convince me... non so se se convince anche altri...

"Perché leggi?"
"E tu, perché viaggi?"
"Per andare altrove"
"Anch'io"


Se siete interessati all'argomento, vi suggerisco di leggere l'intervista che Pier Francesco Mengaldo ha rilasciato a "IL GRILLO". Vale la pena leggerla!

[l'immagine sopra riportata è tratta da http://www.montegrottoscuola.it/ed_lettura.htm ]

FATICHE DI UN MODERNO SISIFO



Fogli e parole
che si trasportano in maniera complicata
un ufficio intero
in borse troppo pesanti.
Carte superflue ed essenziali
pesi inutili
congegni soft eppure impaccianti
come protesi della nostra memoria
o lampade di aladino da cui trarre
frasi progetti contatti
destinati a ipotetici successi.
Cattive abitudini
nate per gestire moltitudini di dati
per rendere replicabile i risultati di passate fatiche
per avere tutto a portata di mano.
Vana fatica
che ricorda Sisifo e la sua pietra rotolante.

Licia Troisi, l'astrofica che scrive romanzi fantasy


(foto tratta dal sito ufficiale http://www.liciatroisi.it )


"Molte persone sono convinte che creatività e scienza siano cose separate, per me non è così. E' vero, la scienza è regolata da leggi e dati, sembra avere una strada tracciata, ma c'è bisogno di creatività per cogliere il senso di quei dati, per comprenderli, e questo processo si chiama intuizione.
(...) E' scrivendo che capisco, solo così mi sembra di vivere definitivamente le cose. Metterle per iscritto serve a fermare gli eventi, a chiudere la fase. E rifletterci sopra.
(...) Non credo nel fantasy come fuga dalla realtà, anzi, quando scrivo faccio una sorta di imbroglio: dò ai miei lettori un'ambientazione irreale, dove mi trovo a mio agio, ma per parlare di argomenti quotidiani"
[tratto da un'intervista di Mauro Garofalo pubblicata su Nòva24, supplemento del Sole 24 Ore dell'11/3/2008]

giovedì 17 luglio 2008

NON BUTTIAMOCI GIU' di Nick Hornby

Quattro sconosciuti si incontrano su un palazzo di Londra,
vogliono suicidarsi.
Poi alla fine non lo fanno
perché vedono l'impercettibile movimento
di una ruota panoramica.


Maureen, uno dei quattro protagonisti: "Chissà se le persone qualche volta in vacanza sono tristi? Secondo me succede, perché hanno tanto tempo per pensare".

Si può scrivere un saggio di psicologia in soli due righe? Si può, e lo fa Nick Hornby nel romanzo citato qui sopra:
"Io avevo fatto delle cose,
e avendo fatto cose
esisteva la possibilità che ne facessi altre
".

mercoledì 2 luglio 2008

IL CIECO E IL PUBBLICITARIO

Un cieco stava seduto sui gradini di un edificio. Ai suoi piedi aveva un cappello ed un cartello con la scritta: "Sono cieco, aiutatemi per favore".
Un pubblicitario che passeggiava lì vicino si fermò e notò che nel cappello c'erano solo pochi centesimi. Allora si chinò e versò delle monete. Poi, senza chiedere il permesso dell'uomo, prese il cartello, lo girò e scrisse un'altra frase.
Quello stesso pomeriggio il pubblicitario tornò dal non vendente e notò che il suo cappello era pieno di monete e banconote. Il non vedente riconobbe il passo dell'uomo e gli chiese: "Ma che cosa hai scritto sul cartello". E il pubblicitario rispose: "Niente che non fosse vero, ho solo riscritto il tuo messaggio in maniera diversa", sorrise ed andò via. Sul cartello c'era scritto: "Oggi è primavera... ed io non la posso vedere".

RENZO DE FELICE, LO STORICO CHE FECE ARRABBIARE GLI STORICI COMUNISTI

Renzo De Felice fece arrabbiare molti storici comunisti
(ancor più dei politici comunisti)
perché:
1. distinse fascismo come movimento da fascismo come regime;
2. sostenne le radici rivoluzionarie del fascismo;
3. dimostrò che inizialmente il fascismo nacque dalla piccola borghesia innovatrice;
4. era convinto della diversità tra fascismo e nazismo;
5. sottolineò il coinvolgimento della massa nel fascismo
6. identificò un filo rosso da Rousseau a Mussolini.

martedì 1 luglio 2008

LO SPILLO CHE INCHIODA LE PAROLE ALATE

Nell'antichità,
prima che l'uso della scrittura prendesse il sopravvento,
la dea della cultura
era Mnemosyne,
la memoria:
non a caso,
è lei in Esiodo
la madre di tutte
e nove le Muse
Ne parlo in questo articolo pubblicato su Limonuse (formato jpg)

IL SACRO MONTE DI ORTA E LA PASSEGGIATA DI NIETZSCHE



Qualche giorno fa ero a Orta per il matrimonio di un mio caro amico: splendido lago e splendida occasione per ricordare il Sacro Monte e un suo illustre visitatore.
Il Sacro Monte di Orta è racchiuso da uno scenario boscoso: gli ippocastani alleviano la malinconia. gli agrifogli e i lauri sempreverdi allontanano dall'effimero.

Sorse tra la fine del '500 e l'inizio del '600 come baluardo a difesa dell'ortodossia dagli attacchi del Protestantesimo. E' quindi figlio diretto della Controriforma e del Concilio di Trento, come gran parte dei Sacri Monti sparsi per il territorio.

Le statue delle varie cappelle raccontano la vita di San Francesco e al contempo lasciano intravvedere episodi, persone e situazioni tratte dalla cronaca del tempo: contadini e pescatori sono imprigionati e fissati per sempre nella terracotta, tra rappresentaizone sacra e documentazione storica.

Nietzsche percorse questa strada in compagnia di Lou Salomé. Davanti a una di queste cappelle le fece una domanda di matrimonio che lei rifiutò... e che forse avrebbe cambiato tutta la sua vita.