Ho
sentito pubblicamente enunciare con accademica sicurezza che ‘Oggi
non è più tempo di progetti e di visioni... oggi occorre gestire il
quotidiano’. Avere l'ardire di un progetto è considerato
folle, inutile o infantile, sia in severe aule universitarie che tra
le strade del nostro paese. Eppure la storia e la cronaca recente
dimostrano che le cose più belle del nostro paese sono nate dalla
“follia” di qualcuno che ha avuto l'incoscienza di camminare
saldamente nel presente ma con sguardo rivolto al futuro.
‘Progettare’
significa ‘gettare avanti’. Ogni progetto ha per sua natura una
trazione anteriore: è immaginare il futuro che si intende creare e
come arrivarci (facendo diligentemente i conti con i vincoli di
tempo, denaro, risorse umane e tecnologiche, competenze...).
Realizzare un progetto è dare continuità, e quindi senso, alle
azioni che facciamo ora, dar loro un orientamento in vista di una
meta. E se ho una meta da raggiungere, un passo non è mai sprecato,
ma è un passo in avanti che mi avvicina alla meta. E tanto più
lontana è la meta, tanto più avrò bisogno di compagnia: “se
volete andare in fretta, andate soli; se volete andare lontano,
andate insieme ad altri” recita un proverbio africano.
E per
trovare compagni di viaggio abbiamo bisogno di condividere le parole
e il loro significato, di condividere ambizioni, di raccontare la
storia che vorremmo costruire assieme. Qualcuno dirà che “sono
solo parole”, ma non c'è azione nobile o nefasta che non sia stata
preceduta dalle parole e pensieri nobili o nefasti. Ecco perché
possiamo fare a meno dei parolai, ma abbiamo assoluto bisogno di
parole “alte”, che suggeriscano orizzonti, che non si arenino
nelle beghe di campanile. Ecco perché sono importanti gli incontri
organizzati da Al Pais d'Lu. Ecco perché chi a priori li etichetta
come “inutili” continuerà a inciampare nei propri limiti e in un
orizzonte ristretto e banale, incapace di pensare idee nuove e quindi
costretto a ripetere gli stessi errori.
Progettare
è un atto di coraggio e di fiducia nel futuro: non in un futuro
teorico e impersonale, ma nel futuro che ha gli occhi dei nostri
figli e dei nostri nipoti o le linee di un paesaggio che ci è caro.
E, come diceva Groucho Marx (non quell'altro!) ‘Mi interessa molto
il futuro. E’ lì che passerò il resto della mia vita’.
(pubblicato sul mensile locale "Al pais d'Lu" di maggio 2013)