giovedì 2 gennaio 2014

IN RICORDO DI ELISABETTA TELARO


Testardamente luese 

C'è temporale e temporale. I più belli sono quelli che scuriscono il cielo con tinte forti, spazzano l'aria con un vento deciso ma non violento, fanno scrosciare acqua senza allagare cantine o far tracimare  tombini e si concludono, in pochi minuti, con un sole brillante: terminato il temporale, l'aria è pulita, il cielo terso, il profumo di pioggia è rigenerante, non c'è foschia e si vedono, laggiù in fondo, le montagne... e la natura, grazie a quella pioggia rigeneratrice, sembra rinascere più vigorosa di prima.
Elisabetta era così: un temporale che poteva scombussolarti, ma che ti lasciava sempre  più ricco, anche quando non eri d'accordo con lei. Con lei potevi discutere, persino arrabbiarti, darle della testarda (perché, per fortuna, Elisabetta era testarda...), ma l'occasione dello scontro era sempre quel supplemento di precisione, fantasia, amore del dettaglio e delle cose fatte bene. Era il suo modo di assere appassionata della vita, tramite l'arte, i libri, il teatro e quella sua irriverente, contagiosa, ironia. 
Questa estate, in San Giacomo, ci ha raccontato le fasi del restauro: la magia del ridare vita alle opere d'arte, senza improvvisazione, con metodo, con passione, alla scoperta del bello che è celato dietro i residui lasciati dal tempo o dall'incuria umana. 
L'abbiamo vista, per l'ultima volta, su un trabattello improvvisato, a pulire la lapide del Generale Gherzi, con la bandana in testa e il volto più emaciato del solito: la malattia che combatteva da dieci anni le aveva sferrato un nuovo attacco, più subdolo dei precedenti. Si era piegata, senza spezzarsi, come una canna travolta dal vento cattivo: testardamente puliva quel bassorilievo, che non le piaceva, ma riteneva importante e rispettoso farlo. Poi l'ultimo giorno dell'anno, la canna si è spazzata definitivamente: ma come un fiore, ha sparso le sue spore e una parte di lei (la più bella) si è moltiplicata e rivive nei ricordi di chi l'ha conosciuta.  Quella donna “milanese”, tenace, innamorata della vita e della cultura, battagliera, capace di essere amica, come pochi altri, nella gioia e nel dolore, ha dedicato a Lu tempo, passione, competenze e sogni... ci mancheranno i suoi rigeneranti temporali.

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