giovedì 21 agosto 2008

BAMBINI (E ADULTI) CON LA PENNA IN MANO





Traggo (e condivido) qualche passaggio di un'intervista che Luisa Corrada ha fatto a Luisa Mattia a proposito del libro che vedete qui sopra. Qui la potete leggere integralmente l'intervista.

La complicità della lettura. "
I bambini adorano ascoltare le storie, anche le stesse per infinite volte... Se ascoltano così volentieri è perché c'è un adulto che attraverso il suo corpo e la sua voce li fa entrare in un mondo immaginario. Tra loro si stabilisce allora una complicità, un canale di comunicazione diretto, incantato. E' un fatto quasi ancestrale".

Trasportati dalla storia. "
Quando è che scatta quindi il piacere di scrivere? Quando prende forza la storia. Mentre per un adulto che scrive c'è anche il gusto linguistico dello stile, il senso della scelta di una parola, dell'eleganza di una frase, per un bambino fino ai dieci anni questo aspetto meramente linguistico è molto secondario. Quello che domina è la storia".

L'errore. "L'errore è parte integrante della lingua e soprattutto dell'apprendimento di una lingua. (...) L'errore è occasione di spiazzamento del punto di vista: basta cambiare una vocale e la zuppa diventa la zappa, un'altra cosa. Con gli errori i bambini giocano e si divertono, considerandoli una scoperta, che si porta dietro narrazioni, suggestioni, assonanze… Spesso i bambini inventano parole inesistenti che in una scuola tradizionale vengono regolarmente cassate. Invece il mondo linguistico di un bambino contempla anche le parole inventate a partire da un errore. In questo senso lavorare con l'errore non significa mettere in conflitto errore e correzione, anzi se io sbaglio tra zuppa e zappa , è sicuro che quell'errore non me lo scordo più. Ci ho giocato, ho riso, ho costruito con la fantasia, ho immaginato, ho scritto altre parole, mi sono divertito. In una lunga catena associativa che è il requisito essenziale di ogni apprendimento, lingua compresa".

Visione cosmogonica dei bambini. I bambini prediligono "quei libri che, ripetendo gli schemi della fiaba popolare e della narrazione, rispondono ai bisogni più profondi dei bambini, che hanno una visione cosmogonica delle cose... bene male, buono cattivo, una drastica separazione che li conforta e che cercano anche nei libri".

Le storie inventate dagli adulti. "Creare storie con i bambini significa attingere a quello che sai già fare, scoprire che non te lo sei scordato, capire che è perfetibile e che può evolvere ancora"

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