giovedì 21 agosto 2008

"GOOGLE CI RENDE STUPIDI?"

L’uso di internet trasforma il nostro cervello. Assorbiamo più informazioni di prima, ma in modo più superficiale, saltellando da un testo all’altro. Stiamo perdendo la capacità di riflettere e di concentrarci sui testi lunghi. Quindi: siamo destinati a diventare più stupidi. E’ la tesi sostenuta di Nicholas Carr, giornalista tecnologico e autore del blog roughtype.com.

"Un tempo non avevo difficoltà a immergermi in un libro o in un lungo articolo: la mia mente si lasciava catturare dal racconto - o dalla complessità di un ragionamento - e trascorrevo ore a percorrere in lungo e in largo il testo. Oggi non ci riesco quasi più. Anzi, spesso la concentrazione comincia a calare dopo due o tre pagine. Non riesco a stare fermo, perdo il filo, cerco qualcos'altro da fare. (...) Come ha osservato negli anni sessanta il teorica dei mass media Marshall McLuhan, i mezzi d'informazione non sono dei canali passivi: forniscono i contenuti su cui si elabora un pensiero, ma al tempo stesso influenzano lo stesso processo di formazione del pensiero. Ho l'impressione che internet stia demolendo la mia capacità di concentrazione e di riflessione".

Il pensiero del giornalista statunitense, cui il settimanale “Internazionale” ha dedicato un ampio spazio (nr. 751 del 4/10 luglio 2008), ha scatenato un acceso dibattito tra i guru della rete. Stowe Boyd, esperto di tecnologie, ad esempio sostiene che se ancora non siamo in grado di riconoscere la superiorità del “pensiero reticolare”, proprio di internet, è solo perché continuiamo a confrontarlo con il nostro vecchio “modo lineare” di ragionare, basato su testi lunghi. “Questo modello reticolare – sostiene Boyd – permette di ascoltare più voci che discutono tra loro”, passando da una tesi all’altra attraverso una rete.

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